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lunes, 15 de julio de 2013

Episodio 1

Premessa:
Una coppia, è naufragata in un piccolo villaggio, dove il tempo si è fermato.
I traslucidi miraggi verdi riflettenti della vegetazione nascondevano il pensiero tedioso e mortifero di un tempo immobile emotivamente e ideologicamente.
Eppure qualcosa sotto ogni strato di finzione e di natura disseminata nel dintorno bucolico, tra le nuove tecnologie e vecchie tradizioni si celava.
Era una sensazione per i due esuli, naufragati li, dove solo in una preistoria distante il mare poteva giungere quelli pendici montuose. 
Una voce primigenia, paleolitica, qualche sussulto di corno barbarico li aveva tirato li. Dalle teste vichinghe alle mansuete capre mancanti, li si odorava qualcosa, quel qualcosa un canto forse. Che dalle onde del mar mediterraneo non era più possibile sentire ma che li, in quel tempo sempre retrivo superstizioso, timorato da dio era ancora possibile sentire.
m.


Episodio 1. Tempestà

-Capo nocchiero!
-Gli anziani bambini ci hanno traditi 

-Che c'è
-Funesta gioventù, consumata a recalcitranti assenzi

-Coraggio, dà voce alla ciurma che si diano daffare, forza, forza. O qui crolliamo a picco, Avanti! 
-Ancora educazioni repressive perpetue e solenni 

-E voi tenetevi sotto coperta!
-nessun animo solerte può avere luce nelle ombre medioevali del oggi dove tutto il potenziale astanti è cadavericamente vivo. 

Dimenticanze invisibili di Giuseppe Gamba

Innocenti non in guerra





A cura di Monica_Alcantar*

Versione libera di frammenti di testi:
Madre Courage di Bertolt Brecht
Il Gaviano di Anton Checov
Giulietta e Romeo di William Shakespeare
La Luna e il falò di Pavesse
Protocolo UNICEF Contro bambini armati 2000
Voci di Anna Salutato, Barbara Errani, Carlotta Mencchichi e Monica Alcantar
Crediti fotografici: Christofer Anderson, Mireia Sallares, Monica Alcantar

*Becaria Estudios en el extranjero del Fonca-Conacyt 2012


jueves, 4 de julio de 2013

DIMENTICANZE INVISIBILI. Work in progress



àsenTeatér sviluppa Dimenticanze Invisivili come primo approccio scenico, e vuole aprire l’officina nell’ambito d’indagine e mostrare il lavoro in divenire che, nello specifico, fa riferimento alle tradizioni rurali della Val Brembana, nella provincia di Bergamo; dove il patrimonio genetico di una realtà bucolica, è situato nelle pratiche agresti, ma anche, e soprattutto, nell’immaginario collettivo. Dalle voci afone a cui si ci siamo abbandonati, riscaviamo a mani nude le Voci Dimenticate, quelle dalle verità presenti, quelle altisonanti e livide, quelle che cantano e riverberano nella possibilità di riformare conservando.  
L’anima dei luoghi è fatta di persone e di totem, icone e identità nelle quali crediamo sia racchiusa una forte aura mistico-ideologica, capace contenitore del presente. La scena, l’officina laboratoriale è, in questo caso, il corpo mistico e concreto che si manifesta attraverso la singolarità delle Voci.  
Dalla “voce batacchio” delle campane delle mucche nei verdi pascoli della valle si scende fino al canto delle Sirene Omeriche e nel mare delle possibilità la leggerezza delle nuvole ricoprono il sole, ma quello che si vede non è soltanto ombra.
Una profonda verità è stata rivelata. Le Voci non sono mai sole, sono persone vive.
“Una voce significa questo: c’è una persona viva, gola, torace, sentimenti, che spinge nell’aria questa voce diversa da tutte le altre voci.”                                             Italo Calvino, Un re in ascolto.
Il luogo, dove sorgono e insorgono le Voci , è il corpo sociale, la Valle, nonché lo spazio fisico e immaginifico di una capacità viva e imminente della remota o recente memoria, a cui ci si era sottratti o impudentemente consegnati.  
Una memoria viva, sonante, concreta, come il sapore del formaggio, l’epos delle tante voci della Valle, il loro potenziale odeporico, le vecchie e tradizionali storie, le fiabe, i racconti di miniera, di emigrazione e così discorrendo. Questi sono i caratteri, i contenuti che ci interessa esaltare nel gusto delle vostre orecchie, nella vista delle vostre bocche, nell’udito dei vostri occhi. Il potenziale culturale delle Dimenticanze è già nel vostro sguardo, ascolto e cuore attento, ma ancora una volta invisibile, sottile, spettrale.
Ogni scena, in fondo, è un fatto sociale e in esso il travestimento svela.
In data 14 Luglio 2013, presso il Modo Café di Bologna, àsenTeatér , presenta come primo momento di apertura del work in progress una performance e video installazione

Monica Alcantar, borsista del FONCA-Conacyt 2012. Attrice e ideatrice messicana laureata alla Scuola di Arte Teatrale dell’UNAM. Lavorato con diversi registi e musicisti fra Umewaka Naohiko, Jean-Frederic Chevallier, Stefano Scodanibbio e collaborato con artisti visivi come Tobias Rossenberg. Attualmente laureanda in Discipline dello spettacolo a Bologna dove ha avuto l’opportunità di studio con Bernardi-Casolari, Simona Bertozzi, O Thiasos Teatro Natura.

Giuseppe Gamba, autore e regista, laureato in Letterature, Arti figurative, musica e spettacolo nella Facolta di Scienze Umanistiche di Bergamo, attualmente laureando di Discipline dello spettacolo a Bologna dove ha svilupato percorsi accademici con Alain Leverrier, Lorenzo Gleijeses, Armando Punzo.