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lunes, 30 de enero de 2012

Fragility is in the air

If love be rough with you, be rough with love;
Prick love for pricking, and you beat love down.
 

(Shakespeare, Romeo and Juliet 1.4.4)



-Come on baby light my fire – a man whispered to me this afternoon while I was intending to cross over a busy street towards Galliera square. He was wearing smoky Ray-Ban sunglasses, had a strong southern italian accent and a nicotine smile. It's winter time and this humid foggy square coming right out from the train station sets up for quotes like that one. Blind sight, mid-forties, disobedient attitude with a junky, expensive jacket already giving up on love. 



What we in fact know of the will to power is suffering and torture, but the will to power is still the unkown joy, the unknown happiness, the unknown God. Gilles Deleuze


"Be wise, Ariadne!" Dionysus admonishes her "Must we not first hate ourselves if we are to love ourselves?... I am your labyrinth. Nietzsche



viernes, 20 de enero de 2012

epistola recto

Poichè ho questo legame col segno scritto vi avverto adesso che deve leggersi ad alta voce.
Che non è presunzione di scrittrice, questa lingua che mi si sfugge dalle labbra ve la chiedo ancora in prestito.
Provero a verbalizare questa immagine fantasmagorica di un personaggio che si resiste a morire.
La maledizione che lancia Mercuzio sulle due famiglie secondo me  rapressenttano gli istituzioni,
odierne battezzate con sigle esoteriche G8 FMI NAFTA VTO World Bank, monteschi, capuleti
la cui prima vittima è l'intelletuale.
L'ibris di Mercuzio è in realta la funzione sociale del artista,  nella sua inguaribile tendenza a polemizare, a contradire, a dibattere col pensiero sottile e sua fragilita.
Quello che ci dice per primo, in somma è che l'amore in questi tempi sconvolti non è possibile.
Poi viene l’evidenza. Ecco, a me fa male questa verità alla isabeltina

Un carissimo amico,
compositore contrabasssita italiano, dieci giorni fa è morto da una crudelissima malatia
una sclerosi amiotrófica, che aveva sofferto da due anni
tempo fa aveva deciso di ritornare in Messico per morire,
paese di cui si era inamorato da circa 30 anni.
Io condividevo con Stefano questo amore
ma questo amore è adesso imposibile.
Quello che una volta per Tina Modotti era stato il paradiso degli artisti, adesso non esiste piu.
Le istituzioni in Messico sterminano gli artisti, qualsiasi nozione di polemica o critica, viene perseguita.
Non me ne avevo reso conto, quasi tutti con cui ho fatto teatro siamo gia da per tutto,
a Montreal, a Barcelona a Nantes, a Austin, quasi tutti i miei amici con cui ho colaborato sono fuori dal Messico
Fino adesso non ne ero conscente,
Io me ne sono andata a continuare gli studi cercando di aterrare in qualcosa piu teorica,
soltanto ero dilusa dalla disfatta di tante iniziative progresssite, anichilate in un tessuto sociale ucisso dalla diatriba pseudo politica,  cosi distruto come il tessuto neuro motrice di Stefano.
Avevo deciso di allontanarmi, prendere distanza dal mio amore e cosi forse l'ho tradito perche da lontano  non si possono combatere gli oligarchi.
La prima cosa che mia coinquilina mi ha detto quando ci siamo conosciute è che non sembravo messicana, quello che per lei era un complimento a me ha fato male.
Ma che colpa ne ho io, dei vostri stereotipi.
Que colpa ne ho io della esigenza d’identificazione, Io non sono identica a nessuno e nella alterità non c'e niente che mi sia straneo.
Nelle diferenze mi ci trovo bene.
E che colpa ho di essere antenata d'un paradiso sconvolto.
penso al riclamo della generazione dei mie genitori,
siate realisti e demandate l'impossibile
quindi, ho soltanto questa esigenza, Mercuzio non deve morire e l’amore dovrebbe essere possibile

lunes, 16 de enero de 2012

verso

Se la felicità non appare casualmente,  se non si rivella con l'epifania, se in realtà bisogna impegnarsi a decifrare la sua natura e fomentarla, se non viene ricevuta come privilegio dagli dei, se va tradotta in femminile, piu dinamica che permanente, e la sua materia si dibate continuamente fra apolinea e dionysiaca,  cosa ci resta alle contemplatrici perplesse? Forse osservare con perizia le propie ossesioni per precisarle prima di lanciarsi a perseguirle. 

Sebbene, auguro persistentemente delle sensazione alterate, dei momenti vortice che spingano la mia curiosita al di la del abismo tra fascino e dilusione, vorrei ancora rimanere gitana di cuore e percorrere ancora i senderi che si aprano come favole nei vissetti degli altri. Attraversare, incrociare ancora dei territori interiori di quella prima sconosciuta che e mia sensibilita ma in anzi tutto con la perizia tacita ed il sosiego di un paisaggio costelato di luci mercuriali propie di ogni complessita ontologica, andrei alla conquista delle mie battaglie ancor mille intervenzioni.

Dov'è l'Elegia che mi corrisponde secondo il tempo ed spazio. Se e vero che le parole hanno un pesso specifico con l'anima ribele ma senza conflitto, contente io e le altre, senza fissare ostacoli con le mie passi, aprendomi alle righe dittate da una nuova preistoria di curiosa metalurgia. Allargare dunque gli orizonti affetivi e professionali in somma di vita, per sodisfare il bisogno di incidere in questa realtà ancora sfuggente, prendendo conscienza delle contradizioni che spesso mi provocano in vano ed fanno agire in modo avventato.

viernes, 13 de enero de 2012

letter to absence


Confusion is always the first state of mind when creative process begins...
Will I ever reach anywhere, is there any destination towards this feeling is taking me? The subject asks, pulls to it self. Make me wonder if I will ever get anywhere. Has destination become only an utopia? What’s ahead makes me wonder if I will able to change the way I feel about the past, to make the past as a prison disappear?
I know the answer may relay on the narrative possibility, when I’m ready to tell and write about what happened means that I can deal with it, then I’m ready to go ahead. I don’t want my past to be simply left behind, when circumstances take over I must write a letter. 


Just a letter, even if is not meant to be sent. The letter always holds on the voice of the person who writes it. Evocative voice,  as a whole body held by the power of words... loud ink.