àsenTeatér sviluppa Dimenticanze
Invisivili come primo approccio scenico, e vuole aprire l’officina
nell’ambito d’indagine e mostrare il lavoro in divenire che, nello specifico,
fa riferimento alle tradizioni rurali della Val Brembana, nella provincia di
Bergamo; dove il patrimonio genetico di una realtà bucolica, è situato nelle
pratiche agresti, ma anche, e soprattutto, nell’immaginario collettivo. Dalle voci
afone a cui si ci siamo abbandonati, riscaviamo a mani nude le Voci Dimenticate, quelle dalle verità
presenti, quelle altisonanti e livide, quelle che cantano e riverberano nella
possibilità di riformare conservando.
L’anima dei luoghi è fatta di persone e di totem, icone e
identità nelle quali crediamo sia racchiusa una forte aura mistico-ideologica,
capace contenitore del presente. La scena, l’officina laboratoriale è, in
questo caso, il corpo mistico e concreto che si manifesta attraverso la
singolarità delle Voci.
Dalla “voce batacchio”
delle campane delle mucche nei verdi pascoli della valle si scende fino al
canto delle Sirene Omeriche e nel mare delle possibilità la leggerezza delle
nuvole ricoprono il sole, ma quello che si vede non è soltanto ombra.
Una profonda verità è stata rivelata. Le Voci non sono mai sole, sono persone vive.
“Una voce significa questo: c’è una
persona viva, gola, torace, sentimenti, che spinge nell’aria questa voce
diversa da tutte le altre voci.” Italo Calvino, Un re in
ascolto.
Il luogo, dove sorgono e insorgono le Voci , è il corpo sociale, la Valle, nonché lo spazio fisico e
immaginifico di una capacità viva e imminente della remota o recente memoria, a
cui ci si era sottratti o impudentemente consegnati.
Una memoria viva, sonante, concreta, come il sapore del
formaggio, l’epos delle tante voci della Valle, il loro potenziale odeporico,
le vecchie e tradizionali storie, le fiabe, i racconti di miniera, di
emigrazione e così discorrendo. Questi sono i caratteri, i contenuti che ci
interessa esaltare nel gusto delle vostre orecchie, nella vista delle vostre
bocche, nell’udito dei vostri occhi. Il potenziale culturale delle Dimenticanze
è già nel vostro sguardo, ascolto e cuore attento, ma ancora una volta
invisibile, sottile, spettrale.
Ogni scena, in fondo, è un fatto sociale e in esso il
travestimento svela.
In data 14 Luglio 2013, presso il Modo Café di Bologna,
àsenTeatér , presenta come primo momento di apertura del work in progress una
performance e video installazione
Monica Alcantar, borsista del FONCA-Conacyt 2012. Attrice e ideatrice messicana laureata alla Scuola
di Arte Teatrale dell’UNAM. Lavorato con diversi registi e musicisti fra Umewaka Naohiko, Jean-Frederic Chevallier, Stefano Scodanibbio e collaborato con artisti visivi
come Tobias Rossenberg. Attualmente laureanda in Discipline dello spettacolo a
Bologna dove ha avuto l’opportunità di studio con Bernardi-Casolari, Simona Bertozzi, O Thiasos Teatro Natura.
Giuseppe Gamba, autore e regista, laureato in Letterature, Arti
figurative, musica e spettacolo nella Facolta di Scienze Umanistiche di
Bergamo, attualmente laureando di Discipline dello spettacolo a Bologna dove ha
svilupato percorsi accademici con Alain Leverrier, Lorenzo Gleijeses, Armando
Punzo.
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